(Dalla rubrica: Pollicino, per non perdersi tra i libri: IL MONDO NON SI FERMA A CALVINO)
" Lo scopo di questa rubrica è, soprattutto, quello di fornire una indicazione utile a tutti gli educatori e a quei genitori che considerano importante diffondere tra i ragazzi il “vizio di leggere”. Se è vero, però, che oggi sono in molti a proporre, per svariati motivi, libri ai ragazzi è anche vero che, spesso, non vengono tenute nella debita considerazione le strategie opportune affinché i giovanissimi si appassionino alla lettura. Qualcuno penserà che potremmo già considerare un buon risultato avere fatto leggere ai ragazzi almeno qualche libro. Non basta!
Certa di non allontanarmi affatto dallo spirito di questa rubrica e senza la pretesa di essere una esperta, mi permetterò di tanto in tanto di trattare proprio questo argomento: i libri ovvero come farli amare.
E’ un dato acclarato che i ragazzi, soprattutto in Italia, costituiscano la percentuale più rilevante di lettori. In un Paese dove si scrive molto e si legge poco , diventa fondamentale, comprendere le esigenze, i gusti, gli interessi e le passioni dei bambini e degli adolescenti. Diversamente, lo scotto da pagare è quello dell’insuccesso nonché di un impoverimento culturale sempre più drammatico.
Ma chi sono questi “lettori forti” e dove vengono reclutati? Spesso la platea di elezione è la Scuola, in seconda battuta ci sono le Biblioteche e, come fanalino di coda, c’è la famiglia. E’ naturale dunque, visto che è la Scuola ad avere il ruolo più importante, che il mondo dell’editoria punti soprattutto a conquistare la platea scolastica. Ma una volta che il testo è stato proposto e accettato dagli insegnanti, che cosa accade? E’ a questo punto che dovrebbero essere messe in atto strategie e metodi adeguati affinché la lettura si trasformi in amore, passione, coinvolgimento emotivo così che i ragazzi non siano soltanto dei fruitori obbligati e occasionali.
Mi capita spesso, incontrando gli alunni di moltissime scuole italiane, di imbattermi in ragazzi annoiati, demotivati e assolutamente privi di interesse. L’incontro con l’Autore rappresenta una mera formalità, un momento non troppo diverso dalla classica lezione frontale.
Alla domanda: perché abbiano scelto proprio quel testo e non un altro, la risposta è che, molte volte, il libro è stato imposto dall’insegnante e che viene utilizzato genericamente per “l’ora di narrativa”. Non c’è niente di più sconfortante, per un autore, che vedersi trasformare in un “compito in classe” fatto di sterili riassunti, di noiosi questionari, di domande a risposta multipla.
Sono convinta che non è questa la strategia per far appassionare i ragazzi alla lettura e che promettere un incontro con l’autore non serva a rendere più piacevole un esercizio che, fin da subito, si rivela infruttuoso. Cosa dobbiamo chiedere, allora, a tutti coloro che si imbarcano nei cosiddetti “progetti lettura”? Innanzitutto è auspicabile un po’ di buona volontà: cominciate, ad esempio, a leggere il libro che avete proposto alla classe. Vi sembrerà strano, ma capita (e non tanto di rado) che, tra i promotori del progetto lettura” molti non abbiano la minima idea di ciò che è scritto nel libro (non lo hanno neppure sfogliato!). Se i primi a non leggere sono gli insegnati, come si può pretendere che lo facciano i ragazzi?
Il primo passo, cari prof, è dunque questo: leggete e aggiornatevi! Il mondo letterario non è finito nell’ottocento ed è soltanto un pretesto, tra l’altro palesemente falso, sostenere che i buoni autori siano soltanto i “classici”, considerati da molti di voi ben più rassicuranti di uno scrittore contemporaneo ( del resto, sui “classici” c’è tanto materiale e non bisogna neppure sforzarsi di cercarne dell’altro!).
Chi scrive si è nutrito delle opere immortali di Verne, di Salgari, di Dumas, di Manzoni, di De Amicis, di Verga, di Pirandello e considera un enorme valore il patrimonio culturale del passato ma ritiene, senza paura di smentita, che il mondo dei buoni libri non si fermi a Calvino.
Le librerie sono piene di ottimi libri, da Anna Lavatelli a Ornella Della Libera, da Luigi Garlando a Paola Zannoner, da Nino Ferrara a Lia Levi (e l’elenco sarebbe lunghissimo, vi assicuro) non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Non abbiate paura: i nuovi autori non hanno nulla da invidiare ai “classici” e poi, sapete, parlano di argomenti che toccano la realtà in cui viviamo. Non è già questo un buon motivo per cominciare a leggerli? Il passo successivo è, senza dubbio, l’esercizio di fantasia, ma di questo parleremo la prossima volta. Buona lettura.
Pina Varriale