RAGAZZE CATTIVE, ed. Piemme 2015

- In libreria dal 12 maggio 2015
-
- Collana Il Battello a Vapore
- Serie Serie Rossa
- Pagine 272
- Pubblicato a maggio 2015
- ISBN 978-88-566-4095-3
Silvia ha quattro amiche e insieme fanno tutto, dai compiti alle scorpacciate di gelato. E anche prendere in giro Baffi, che un giorno si presenta a scuola con i baffetti schiariti con l'acqua ossigenata e sta sempre per conto suo. Così decidono di pubblicare qualche sua foto su internet. Magari Baffi inizierà a capire qual è il modo giusto di comportarsi...
Da:
http://www.giovaniemedia.ch/it/opportunita-e-rischi/rischi/cChe cos'è il cyberbullismo
Cyberbullismo – rovinare una persona su Internet Il bullismo tra giovani avviene, per esempio, durante la pausa di ricreazione. Fin qui nulla di nuovo. Ma sempre più spesso i soprusi succedono anche nello spazio virtuale dei media digitali usati per diffondere, tramite Internet o cellulare, messaggi, immagini o filmati spregevoli e diffamatori.
Il cyberbullismo è un fenomeno molto grave perché in pochissimo tempo le vittime possono vedere la propria reputazione danneggiata in una comunità molto ampia, anche perché i contenuti, una volta pubblicati, possono riapparire a più riprese in luoghi diversi. Spesso i genitori e gli insegnanti ne rimangono a lungo all'oscuro, perché non hanno accesso alla comunicazione in rete degli adolescenti. Pertanto può essere necessario molto tempo prima che un caso venga alla luce.
l cyberbullismo è mobbing in Internet, infatti, per designarlo si usano anche i termini cybermobbing e internet mobbing. Viene messo in atto mediante l'uso dei media digitali e consiste nell'invio ripetuto di messaggi offensivi tramite sms, in chat o su facebook per molestare una persona per un lungo periodo.
Gli autori, i cosiddetti «bulli» o il cosiddetto «branco», sono spesso persone che la vittima ha conosciuto a scuola, nel quartiere o in un'associazione. Offendono, minacciano o ricattano le loro vittime direttamente o facendo pressione psicologica su di loro, le diffamano, le mettono alla gogna e diffondono dicerie sul loro conto. Chi ne è vittima può subire conseguenze molto gravi, come la perdita della fiducia in se stesso, stati di ansia e depressione.
Il confine tra un comportamento che resta scherzoso e uno che è percepito come offensivo non è così netto. Il cyberbullismo inizia laddove un individuo si sente importunato, molestato e offeso. Raramente i giovani si rendono conto delle conseguenze delle loro azioni nel momento in cui mettono in rete immagini offensive o le inviano agli amici; spesso lo fanno solo per scherzo. Tuttavia, può trattarsi anche di atti mirati a rovinare una persona.
Da: http://www.repubblica.it
Un ragazzo su dieci vittima del cyberbullismo
IL FENOMENO è conosciuto dall'80,3% dei ragazzi, due su tre (il 29,2%) conoscono qualcuno che ne è stato vittima, mentre un adolescente su dieci a provato in prima persona il cyberbullismo. È quanto rivela un'indagine di Sos Il Telefono Azzurro Onlus e Doxa Kids sui comportamenti dei ragazzi italiani. Lo studio conferma la massiccia presenza delle tecnologie nella vita degli adolescenti italiani e ne evidenzia le abitudini. I ragazzi, infatti, sono "always on" per ascoltare musica o radio (61%), per guardare video (60,2%), per fare ricerche per la scuola e i compiti (58,3%), per curiosare e navigare nel web (57,3%), per fare acquisti (22%), comprando online giochi (34,6% dei ragazzi), accessori di moda (22,3% delle ragazze), ma anche libri (17,6% delle ragazze).
Prioritario però è il poter essere sempre in contatto con gli amici, fondamentale per l'89,7% dei ragazzi, attraverso Whatsapp e Facebook (li utilizza rispettivamente l'89,8% e l'82,3% degli intervistati). Risulta diffuso anche l'utilizzo dei social network sotto l'età minima prevista (più dell'85% dei ragazzi intervistati conosce qualcuno che è iscritto a Facebook minore di 13 anni). E non mancano i rischi legati alla visibilità dei dati personali: un adolescente su cinque ha il proprio profilo totalmente pubblico sui social network. Profili aperti, nonostante il timore di un utilizzo indesiderato delle informazioni che i ragazzi condividono: più di un adolescente su due (63,6%) teme, infatti, che i propri dati possano essere raccolti e utilizzati dal social per altri scopi. Ma non mancano le ingenuità. Il bisogno di esserci, il desiderio di farsi vedere, farsi ascoltare, di condividere sembra abbassare in molti casi la soglia di guardia e prevalere su ogni cautela, come nel caso dei selfie inviati a sconosciuti e, a maggior ragione, del sexting (il 35,9% dei ragazzi conosce qualcuno che ha fatto sexting).
Qui le linee di orientamento del MIUR contro il cyberbullismo:http://www.istruzione.it/allegati/2015/2015_04_13_16_39_29.pdf
Di cyberbullismo si muore: (da : http://ilquotidianoinclasse.corriere.it/2015/01/di-cyberbullismo-si-muore/)
l web è un mondo parallelo a quello più tangibile e più concreto della vita umana. Un mondo infinito, un ginepraio di opportunità ma anche di trappole; covo di truffatori, di adescatori e, oserei dire, di gente impazzita che protetta dall’anonimato perpetra solo il male per il puro gusto di fare il male in un’ottica di violenza gratuita ed efferata.
Pirateria informatica, furto di dati, cyberbullismo e chi più ne ha più ne metta sono, infatti, il cancro cibernetico che serpeggia nella rete mietendo vittime e generando carnefici. A farne le spese le persone più fragili, quelli che ancora non hanno un’identità forte e quel senso critico che permette di valutare con discernimento e saggezza il bene ed il male all’interno della rete: gli adolescenti, coinvolti in quel fenomeno definito bullismo virtuale.
Debellarlo sembrerebbe un miraggio se continuano ad imperversare nel web non offese o ingiurie ma vere e proprie calunnie che come lame taglienti trafiggono l’animo di chi è solo, di chi non è protetto, di chi si sente debole, di chi è spinto solo per essere deriso alla morte. Allora, se le cose stanno così e le vittime continuano ad aumentare non ci resta che prendere seri provvedimenti a partire dalla scuola che educhi al corretto uso della rete per evitare trappole ed insidie che la rete stessa tende; ai familiari a cui spetta il compito di monitorare l’accesso ai contenuti; alle autorità competenti di intensificare i controlli, rimuovendo istantaneamente contenuti lesivi e sanzionando eventuali trasgressori. Perché difendersi dal bullismo virtuale si può. Delineando con precisione e con severità regole che disciplinino i meccanismi di intimidazione, sottomissione, discriminazione e violenza. Perchè di cyberbullismo si muore.
L'epoca dei cyberbulli (da: http://www.undertrenta.it/attualita/lepoca-dei-cyberbulli/)
La violenza verbale perpetrata dal cyberbullo non è meno grave della violenza fisica attuata nel bullismo tradizionale: la rete dà la possibilità, infatti, di nascondersi e di compiere azioni persecutorie che non hanno limiti spazio-temporali, in una spirale negativa dove la vittima diventa oggetto di calunnie, provocazioni e ricatti. Non a caso, il fenomeno è stato paragonato allo stalking proprio per la violenza psicologica che viene commessa, per la violazione della privacy e per gli atti persecutori. Per cui, la violenza consumata attraverso il bullismo elettronico non è meno dannosa di un calcio o di un pugno: a differenza dell’aggressività fisica che lascia segni tangibili sul corpo, quella verbale è più subdola in quanto non vi sono evidenze fisiche, tastabili, ma si ripercuote sull’intero stato d’animo e comportamento dell’adolescente, il quale si ritrova solo e indifeso.
Il cyberbullo non ha percezione dei danni che può provocare con simili azioni: il cyberbullo, infatti, non ha empatia. Ciò significa che è incapace di riconoscere l’effetto delle proprie azioni crudeli, oltre ad arrecare gravi effetti psicologici alla vittima. Questo comportamento è amplificato, come abbiamo visto, dall’anonimato e dall’aggressività messa in atto. In particolare, la comunicazione online, eliminando la presenza fisica dell’altro, permette al cyberbullo di comportarsi in maniera diversa rispetto a quanto farebbe dal vivo: l’aggressività perpetrata online si manifesta senza presenza fisica e quindi senza un limite in grado di contenerla.
Alla base del bullismo, sia tradizionale che elettronico, si può facilmente riconoscere un meccanismo di disumanizzazione il cui obiettivo principale è la distruzione psicologica della vita di un/una ragazzo/a.
http://www.giovaniemedia.ch/it/opportunita-e-rischi/rischi/cChe cos'è il cyberbullismo
Cyberbullismo – rovinare una persona su Internet Il bullismo tra giovani avviene, per esempio, durante la pausa di ricreazione. Fin qui nulla di nuovo. Ma sempre più spesso i soprusi succedono anche nello spazio virtuale dei media digitali usati per diffondere, tramite Internet o cellulare, messaggi, immagini o filmati spregevoli e diffamatori.
Il cyberbullismo è un fenomeno molto grave perché in pochissimo tempo le vittime possono vedere la propria reputazione danneggiata in una comunità molto ampia, anche perché i contenuti, una volta pubblicati, possono riapparire a più riprese in luoghi diversi. Spesso i genitori e gli insegnanti ne rimangono a lungo all'oscuro, perché non hanno accesso alla comunicazione in rete degli adolescenti. Pertanto può essere necessario molto tempo prima che un caso venga alla luce.
l cyberbullismo è mobbing in Internet, infatti, per designarlo si usano anche i termini cybermobbing e internet mobbing. Viene messo in atto mediante l'uso dei media digitali e consiste nell'invio ripetuto di messaggi offensivi tramite sms, in chat o su facebook per molestare una persona per un lungo periodo.
Gli autori, i cosiddetti «bulli» o il cosiddetto «branco», sono spesso persone che la vittima ha conosciuto a scuola, nel quartiere o in un'associazione. Offendono, minacciano o ricattano le loro vittime direttamente o facendo pressione psicologica su di loro, le diffamano, le mettono alla gogna e diffondono dicerie sul loro conto. Chi ne è vittima può subire conseguenze molto gravi, come la perdita della fiducia in se stesso, stati di ansia e depressione.
Il confine tra un comportamento che resta scherzoso e uno che è percepito come offensivo non è così netto. Il cyberbullismo inizia laddove un individuo si sente importunato, molestato e offeso. Raramente i giovani si rendono conto delle conseguenze delle loro azioni nel momento in cui mettono in rete immagini offensive o le inviano agli amici; spesso lo fanno solo per scherzo. Tuttavia, può trattarsi anche di atti mirati a rovinare una persona.
Da: http://www.repubblica.it
Un ragazzo su dieci vittima del cyberbullismo
IL FENOMENO è conosciuto dall'80,3% dei ragazzi, due su tre (il 29,2%) conoscono qualcuno che ne è stato vittima, mentre un adolescente su dieci a provato in prima persona il cyberbullismo. È quanto rivela un'indagine di Sos Il Telefono Azzurro Onlus e Doxa Kids sui comportamenti dei ragazzi italiani. Lo studio conferma la massiccia presenza delle tecnologie nella vita degli adolescenti italiani e ne evidenzia le abitudini. I ragazzi, infatti, sono "always on" per ascoltare musica o radio (61%), per guardare video (60,2%), per fare ricerche per la scuola e i compiti (58,3%), per curiosare e navigare nel web (57,3%), per fare acquisti (22%), comprando online giochi (34,6% dei ragazzi), accessori di moda (22,3% delle ragazze), ma anche libri (17,6% delle ragazze).
Prioritario però è il poter essere sempre in contatto con gli amici, fondamentale per l'89,7% dei ragazzi, attraverso Whatsapp e Facebook (li utilizza rispettivamente l'89,8% e l'82,3% degli intervistati). Risulta diffuso anche l'utilizzo dei social network sotto l'età minima prevista (più dell'85% dei ragazzi intervistati conosce qualcuno che è iscritto a Facebook minore di 13 anni). E non mancano i rischi legati alla visibilità dei dati personali: un adolescente su cinque ha il proprio profilo totalmente pubblico sui social network. Profili aperti, nonostante il timore di un utilizzo indesiderato delle informazioni che i ragazzi condividono: più di un adolescente su due (63,6%) teme, infatti, che i propri dati possano essere raccolti e utilizzati dal social per altri scopi. Ma non mancano le ingenuità. Il bisogno di esserci, il desiderio di farsi vedere, farsi ascoltare, di condividere sembra abbassare in molti casi la soglia di guardia e prevalere su ogni cautela, come nel caso dei selfie inviati a sconosciuti e, a maggior ragione, del sexting (il 35,9% dei ragazzi conosce qualcuno che ha fatto sexting).
Qui le linee di orientamento del MIUR contro il cyberbullismo:http://www.istruzione.it/allegati/2015/2015_04_13_16_39_29.pdf
Di cyberbullismo si muore: (da : http://ilquotidianoinclasse.corriere.it/2015/01/di-cyberbullismo-si-muore/)
l web è un mondo parallelo a quello più tangibile e più concreto della vita umana. Un mondo infinito, un ginepraio di opportunità ma anche di trappole; covo di truffatori, di adescatori e, oserei dire, di gente impazzita che protetta dall’anonimato perpetra solo il male per il puro gusto di fare il male in un’ottica di violenza gratuita ed efferata.
Pirateria informatica, furto di dati, cyberbullismo e chi più ne ha più ne metta sono, infatti, il cancro cibernetico che serpeggia nella rete mietendo vittime e generando carnefici. A farne le spese le persone più fragili, quelli che ancora non hanno un’identità forte e quel senso critico che permette di valutare con discernimento e saggezza il bene ed il male all’interno della rete: gli adolescenti, coinvolti in quel fenomeno definito bullismo virtuale.
Debellarlo sembrerebbe un miraggio se continuano ad imperversare nel web non offese o ingiurie ma vere e proprie calunnie che come lame taglienti trafiggono l’animo di chi è solo, di chi non è protetto, di chi si sente debole, di chi è spinto solo per essere deriso alla morte. Allora, se le cose stanno così e le vittime continuano ad aumentare non ci resta che prendere seri provvedimenti a partire dalla scuola che educhi al corretto uso della rete per evitare trappole ed insidie che la rete stessa tende; ai familiari a cui spetta il compito di monitorare l’accesso ai contenuti; alle autorità competenti di intensificare i controlli, rimuovendo istantaneamente contenuti lesivi e sanzionando eventuali trasgressori. Perché difendersi dal bullismo virtuale si può. Delineando con precisione e con severità regole che disciplinino i meccanismi di intimidazione, sottomissione, discriminazione e violenza. Perchè di cyberbullismo si muore.
L'epoca dei cyberbulli (da: http://www.undertrenta.it/attualita/lepoca-dei-cyberbulli/)
La violenza verbale perpetrata dal cyberbullo non è meno grave della violenza fisica attuata nel bullismo tradizionale: la rete dà la possibilità, infatti, di nascondersi e di compiere azioni persecutorie che non hanno limiti spazio-temporali, in una spirale negativa dove la vittima diventa oggetto di calunnie, provocazioni e ricatti. Non a caso, il fenomeno è stato paragonato allo stalking proprio per la violenza psicologica che viene commessa, per la violazione della privacy e per gli atti persecutori. Per cui, la violenza consumata attraverso il bullismo elettronico non è meno dannosa di un calcio o di un pugno: a differenza dell’aggressività fisica che lascia segni tangibili sul corpo, quella verbale è più subdola in quanto non vi sono evidenze fisiche, tastabili, ma si ripercuote sull’intero stato d’animo e comportamento dell’adolescente, il quale si ritrova solo e indifeso.
Il cyberbullo non ha percezione dei danni che può provocare con simili azioni: il cyberbullo, infatti, non ha empatia. Ciò significa che è incapace di riconoscere l’effetto delle proprie azioni crudeli, oltre ad arrecare gravi effetti psicologici alla vittima. Questo comportamento è amplificato, come abbiamo visto, dall’anonimato e dall’aggressività messa in atto. In particolare, la comunicazione online, eliminando la presenza fisica dell’altro, permette al cyberbullo di comportarsi in maniera diversa rispetto a quanto farebbe dal vivo: l’aggressività perpetrata online si manifesta senza presenza fisica e quindi senza un limite in grado di contenerla.
Alla base del bullismo, sia tradizionale che elettronico, si può facilmente riconoscere un meccanismo di disumanizzazione il cui obiettivo principale è la distruzione psicologica della vita di un/una ragazzo/a.